domenica 2 febbraio 2014

La settimana del prescritto: Mai stati (mandati) in B. Storia di una prescrizione.

Internet e i social network hanno il pregio di metterti in contatto non solo con amici vicini e lontani ma anche con comunità di persone che condividono i tuoi stessi interessi. Purtroppo però talvolta si genera un certo isolamentoall’interno di queste comunità o gruppi di interesse che, se da un lato rafforza le tue convinzioni, dall’altro nonti consente di conoscere quelle degli altri.
Quando poi ti apri al mondo, dialogando, o litigando, con persone fuori dalle tue cerchie (dai tuoi amici, dai tuoi followers eccetera) scopri cose molto interessanti e comprendi quanto variegato sia il mondo.
Questa lunga premessa per raccontarvi quanto accadutomi ieri sera quando, incautamente ma non troppo, ho risposto, in modo polemico, ad un tweet di @Ruttosporc, account parodia del quotidiano Tuttosport dietro al quale si cela un tifoso dell’Inter. In genere tendo a seguire qualcuno, non troppi, degli account illustri di tifosi delle squadre avversarie per curiosità e per scoprire cose interessanti come, ad esempio, il venire a conoscenza del fatto che la Juve domenica sera avrebbe “rubato” contro il Milan. Seguo, dicevo, questi account sapendo però di non dover rispondere: un po’ perchè ognuno ha il diritto di scrivere ciò che gli pare senza che il mondo che non la pensa come lui lo tempesti di messaggi (che spesso poi diventano insulti); un po’ perchè so che poi si scatenano le polemiche e io raramente riesco a non farmene risucchiare. Ma ieri sera forse ero meno sereno del solito e ci sono cascato. Ma è stato positivo perchè ho scoperto delle cose davvero interessanti a proposito dei tifosi interisti. Cose che fino a quando rimanevo confinato nella mia cerchia di amici tifosi della Juve (e del Toro) non potevo conoscere.
In pratica ciò che riempie di orgoglio i tifosi di una delle tre potenze del calcio italiano è il fatto di non essere mai stati in Serie B. 105 anni di serie A rappresentano sicuramente un valore. Se, però, sei una società che, specie negli ultimi 40 anni, ha speso tantissimo (più di tutte), allora magari non può essere un valore soltanto il partecipare. Ogni tanto bisognerebbe anche vincere. E invece no. “Non siamo mai stati in B“; “Voi dove eravate dal 2007 al 2011“, “Non avete ancora digerito la B“… insomma, applicando a noi tifosi della Juve i loro curiosi parametri di valutazione dei risultati calcistici, gli interisti pensano che noi ancora siamo lì a soffrire per il fatto di essere stati mandati in Serie B. Cari interisti, fatevene una ragione, la Juventus è tornata a vincere e noi si vive proiettati nel presente e nel futuro, cercando la vittoria e basta. Partecipare a105 campionati per vincerne 18 (di cui uno, è questo è record impareggiabile, vinto pur arrivando terzi! e un altro vinto con la Juve in B e tutte le altre fortemente penalizzate) spendendo più di tutti in allenatori e giocatori non mi sembra un risultato di cui vantarsi.
Che poi il loro vanto “Mai stati in B” andrebbe cambiato in “Mai stati mandati in B“. Perchè la Juve in B non ci è finita per demeriti sportivi ma a causa di una vicenda squallida e priva di fondamento come “calciopoli“. La Juve è stata mandata in B a causa delle intercettazioni che dimostravano pressioni da parte dei dirigenti nei confronti di arbitri e dirigenti federali al fine di trarre vantaggi per la propria squadra, mentre l’Inter noperchè, come disse nel corso del processo il PM Narducci: “piaccia o non piaccia non ci sono telefonate di Facchetti o Moratti agli arbitri“. Poi la storia ha mostrato che quelle telefonate c’erano eccome e non solo, con Carraro che chiama Bergamo (qui l’intercettazione) e gli dice “assolutamente che non si sbagli a favore della Juventus, per carità di Dio che ci sono le elezioni in Lega e non possiamo permetterci casini“. Infatti, ilProcuratore Federale Palazzi nelle motivazioni della sentenza per i fatti del 2006, spiega che l’Inter è stata assolta per prescrizione nonostante “condotte finalizzate ad assicurare un vantaggio in classifica”.
Di calciopoli ci sarebbe da scrivere e da parlare ancora a lungo ma non è questo il post adatto per farlo. Qui basta quanto abbiamo già detto (consiglio anche la lettura di questo post Andrea Agnelli, John Elkann e Calciopoli in cui analizzo anche il ruolo della proprietà della Juve nella vicenda calciopoli) e rimandando comunque a futuri post ulteriori analisi per una vicenda tipica dell’Italia dalla curiosa e atipica idea di giustizia. Ringrazio pubblicamente le persone che ieri sera mi hanno consentito di scoprire che se per la Juve “vincere è l’unica cosa che conta“, per l’Inter, invece è “mai stati (mandati) in B“. E ho tralasciato, volutamente e per non annoiare, il discorso sul famoso Triplete, quello di cui si parlerà per i prossimi 50 anni poichè quando il presente è grigio e il futuro è indonesiano allora è meglio guardare al passato. Ah, vero, ho anche tralasciato che per fregiarsi della patente di onesti occorre essere onesti sul serio (no chiamate agli arbitri, no passaporti falsi, no marchi ceduti fittiziamente, no pedinare e spiare giocatori propri e dirigenti avversari e molto altro ancora).